giovedì 8 novembre 2007

MOTIVAZIONI
La competizione è motivante per due ragioni: - l’effetto derivante dalla presenza del pubblico che può giudicare la prestazione dello sportivo; - il confronto che significa misurare le proprie forze contro un avversario, poiché implica un confronto tra capacità e rappresenta una sfida stimolante ed avvincente. Per raggiungere un ottimo livello di motivazione è necessario non considerare l’aspetto del successo o dell’insuccesso, ma una serie di obiettivi; il successo consolida il livello delle aspirazioni, vale a dire che una volta raggiunto un livello si aspira a quello superiore. In ambito sportivo il successo e l’insuccesso sono attribuiti alle proprie capacità, al livello dello sforzo compiuto, alla fortuna ed alla difficoltà della prova. Dopo il successo o la sconfitta bisogna effettuare una stima delle attribuzioni che sia quanto più realistica ed obiettiva possibile, cercando di individuare le vere cause del risultato finale. Le azioni future saranno condizionate da questa valutazione. Esistono tre fattori che motivano lo sportivo alla pratica dello sport; superare se stesso con un allenamento continuo, ricercare il confronto, il piacere di vincere e ricercare l’approvazione sociale, conquistare fama, stima e personalità. Esistono degli impulsi che inducono l’individuo all’azione e che portano ad un apprendimento completo e realistico adeguato; affiliazione, eccellenza, aggressione, indipendenza, potere, destrezza e successo. Gli obiettivi regolano l’attività del soggetto e regolano il lavoro. E’ necessario effettuare un’adeguata previsione. Gli obiettivi si possono applicare nell’allenamento e nella competizione: nel primo caso, il miglioramento progressivo si misura sulla base dei risultati di test fisici, mentre nel secondo sulla base del raggiungimento di un determinato step di prestazione. Si tratta di dare al calciatore la possibilità di partecipare all’allenamento non come soggetto puramente allenabile, quanto piuttosto come individuo attivo in grado di essere meno assoggettato alla figura dell’allenatore. Questo lo farà sentire partecipe del proprio sviluppo fisico-tecnico, con potere decisionale al riguardo, e relativamente all’elaborazione degli obiettivi del gruppo. A livello pratico, questo si estrinseca dando al calciatore la possibilità di esprimere la propria opinione riguardo al contenuto degli allenamenti, richiedendo dei suggerimenti in merito ed anche prevedendo delle giornate di allenamento libero o riservando parte dell’allenamento alle attività scelte direttamente dai giocatori. L’obiettivo di queste strategie e di molte altre è, in definitiva, quello di migliorare la partecipazione del calciatore all’allenamento, allo sviluppo del programma di preparazione e alla competizione, mediante la ricerca d’atteggiamenti corretti nell’affrontare la parte più dura dello sport. In questo modo si cerca di raggiungere un livello ottimo di rendimento.

Claudio De Martini

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